<img src="sequenza1.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
E’ la mattina del 27 ottobre 1917. Ti trovi sul fronte del basso fiume Isonzo, sei un soldato semplice. Non combatti più da fine agosto, e attendi soltanto l’ordine di tentare un’offensiva verso Trieste, l’ennesima. D’un tratto arriva il caporeparto. E’ bianco come un cencio, e con voce tremante annuncia l’ordine di immediata ritirata. Non capisci il perché, dato che sei sulla stessa linea da mesi. Cosa fai?
[[Chiedi spiegazioni al caporeparto->1.1]]
[[Non ci pensi nemmeno. Vuoi restare lì fino alla fine.->1.2]]
[[Ordini del genere non annunciano niente di buono, preferisci tentare la fuga->1.3]]
[[Il caporeparto sembra davvero terrorizzato. Pensi sia meglio seguire gli ordini.->2]]Il caporeparto ti dice che sono ordini che arrivano da Udine, dal Comando Supremo del generale Cadorna. Il 24 ottobre gli austriaci e i tedeschi hanno sfondato il fronte più a nord, intorno a un paesello che si chiama Kobarid, in italiano Caporetto.
[[“Non sono un traditore della Patria! A morte gli austriaci!”->1.1.1]]
[[“Siamo perduti… Tanto vale scappare e deporre le armi. Non vedo la mia famiglia da mesi. Voglio la mia mamma!”->1.1.2]]
[[“Agli ordini, capo!”. Senza fare domande raccogli le tue cose e ti prepari a partire.->2]]"Non sono certo uno che fugge!" esclami con rabbia.
Il caporeparto passa una mano sul fucile, sembra indeciso se spararti sul posto o premiare il tuo coraggio.
"Non è una cosa su cui possiamo decidere. Gli austriaci hanno sfondato" ti dice in un sussurro.
"Gli austriaci?" esclami.
Il caporeparto [[annuisce|1.1]].“Non sono un traditore della Patria! A morte gli austriaci!”.
"Li ammazzeremo, li ammazzeremo" dice il tuo caporeparto. "A suo tempo" aggiunge. "Adesso [[andiamo a fermarli!|2]]"
“Siamo perduti… Tanto vale scappare e deporre le armi. Non vedo la mia famiglia da mesi. Voglio la mia mamma!”
"Se vuoi tua madre, prendi le tue cose che dobbiamo andare a difenderla dal piede straniero!" urla il tuo caporeparto.
[[Ritrovi la tua dignità->2]]<img src="sequenza2.jpg" alt="Soldati"/ style="width:100%"/>
Hai rispettato l’ordine. Stai finendo di preparare lo zaino con le tue cose, quando il caporeparto, sollevato dall’obbedienza dei suoi soldati, ordina di dare fuoco alle provviste del plotone. Che fai?
[[Chiedi spiegazioni al caporeparto->2.1]]
[[Ti allacci gli scarponi e cerchi l’accendino nella tua tasca destra.->3]]
(link: "Esegui l’ordine, ma prima arraffi del formaggio, un kit medico e una bottiglia di grappa.")[
(set: $cibo to 1)
(set: $kit to 1)
(goto: "3")
]
Te la dai a gambe, ma il caporeparto, con mira da cecchino, ti spara in testa mentre scappi. Sei morto.
[[Ritenta->1]]Si gira verso di te con sguardo torvo. Stupito dalla tua faccia tosta e dalla tua stupidità, ti risponde che non si può lasciare cibo ai crucchi.
[[“Capito. Eseguo e mi farò meno domande in futuro.”->3]]
(link: "“Non capisco perché vogliano bruciare le provviste invece che darcele. Mi prendo qualcosa, è da settimane che non faccio un pasto decente.")[
(set: $cibo to 1)
(goto: "3")
]<img src="sequenza3.jpg" alt="Soldati in cammino"/ style="width:100%"/>
Il tuo reparto si è messo in marcia da un’oretta, quando qualche metro dopo di te noti un bivio. La strada a sinistra, consigliata dal Comando Supremo, è ripida e accidentata. Quella a destra è pianeggiante e agevole. I tuoi compagni vogliono seguire il consiglio dato dall’ordine. Cosa fai?
[[Decidi di proseguire con i tuoi compagni->4]]
[[Preferisci rischiare, ma faticare di meno, quindi lasci il plotone imboccando la strada più semplice.->5]]<img src="sequenza4.jpg" alt="Soldati mangiano"/ style="width:100%"/>
E’ un paio d’ore che cammini con i tuoi compagni. Sei stanco, e stai maledicendo i tuoi superiori per l’ordine di ritirata. La fame si fa sentire per te e i commilitoni, e con le pance vuote e brontolanti continuate la marcia. Dopo mezz’oretta vi imbattete in un grosso capannone. Incuriositi, alcuni dei tuoi compagni entrano al suo interno. Ne escono raggianti e fra le braccia portano decine di barattoli che al fronte non si erano mai visti. Stampate sopra di essi ci sono etichette scritte in una lingua straniera, che ricorda quella usata sui regali che portava zio Giorgio, emigrato in America. Uno dei ragazzi apre un barattolo, e con enorme stupore della folla intorno a lui, al suo interno c’è della strana carne. I tuoi sentimenti sono contrastanti, da una parte sei contento per il cibo, dall’altra la rabbia ti acceca al solo pensiero che i tuoi comandanti non abbiano mai fatto uso di queste razioni. Il caporeparto smorza gli animi ricordando l’ordine di bruciare tutte le provviste, anche quelle lontane dal fronte. La rabbia infiamma i tuoi compagni. Loro, prima di bruciare tutto, vogliono arraffare qualcosa. Cosa decidi di fare?
(link: "Entri insieme agli altri e riempi lo zaino con tutto quello che trovi prima di bruciare tutto")[
(set: $cibo to 1)
(goto: "6")
]
[[Resti calmo, non cedi alla fame e esegui gli ordini dei tuoi superiori.->6]]<img src="sequenza5.jpg" alt="Soldati nel bosco"/ style="width:100%"/>
Dopo qualche chilometro, il sentiero si fa stretto e pericoloso. Il bosco si infittisce, e ogni passo che fai entri sempre di più nell’oscurità. Sei terrorizzato e ti penti della scelta fatta. Non sei abituato a una visione simile. Sei un ragazzo di mare, cresciuto a Marsala, cittadina di pescatori siciliana, e hai passato la tua infanzia navigando in barca. Il panico sta per assalirti, quando pensi di essere un soldato, un uomo che non può avere paura. Hai visto di tutto in trincea, non sarà un bosco a spaventarti. Ti fermi, pensando a cosa fare.
[[Non sei molto lontano dal bivio, probabilmente i tuoi compagni non hanno percorso molta strada. Provi a urlare chiedendo aiuto, magari qualcuno ti sentirà.->5a]]
[[Resisti alla paura da vero soldato e procedi.->5b]]
[[Un paio di chilometri non sono tanti, se ti avvii con buon passo forse riesci ancora a tornare dai tuoi commilitoni.->5.1]]
<img src="sequenza6.jpg" alt="Soldati feriti"/ style="width:100%"/>
Si sente all'improvviso un'esplosione. Forse un tuono, forse un cannone. Terrorizzato il tuo reparto inizia e correre e tu cadi, maldestramente. Ti sei fatto molto male, una ferita sulla coscia, profonda.
(if: $cibo is 1)[Per fortuna avevi preso un kit medico e riesci a fasciare la gamba e disinfettarla. Zoppicando riprendi il cammino con i tuoi compagni. [[Non ti sei sentito mai così vivo|7]].]
(else:)[Stai perdendo sangue, sempre di più. Provi a camminare ma zoppichi vistosamente e poi cadi. I pantaloni sono bagnati e i tuoi compagni non sembrano aver tempo da perdere per te. Un tuo commilitone ti si avvicina, prende il tuo fucile. "Mi spiace - ti dice - ma non possiamo lasciarlo agli austriaci". Lo punta contro di te e spara.]<img src="sequenza51.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Hai corso molto. Trafelato, raggiungi il tuo gruppo. Rispondendo alle domande dei tuoi compagni, che si chiedono dove fossi finito, ti siedi per riprendere fiato. Ora che il panico è passato, ti rendi conto che hai bisogno di cibo e acqua. Controlli nel tuo zaino per vedere se c’è qualcosa.
(if: $cibo is 1)[Per fortuna avevi arraffato qualcosa e ora puoi mangiare un po'. Ti riprendi e [[puoi proseguire con i tuoi compagni|6]].]
(else:)[Non hai niente. Niente cibo, niente acqua. La testa inizia a girarti. I tuoi compagni hanno ripreso il cammino, tu li segui con passo sempre più lento, finché non prendi a barcollare e cadi per terra. Batti la testa contro una pietra ed è l'ultima cosa che ricordi.]<img src="sequenza7.jpg" alt="Carri in fuga"/ style="width:100%"/>
Avete marciato ancora qualche ora e adesso entrate in un piccolo paesino che avrà al massimo 200 abitanti. Il luogo ti sembra quasi un sogno, il selciato sotto gli scarponi è molto meglio dell’impervio sentiero, gli edifici di pietra ti ricordano il tuo paese e chiudendo gli occhi riesci quasi a sentire l’odore salmastro del mare, ma il frastuono ti richiama alla realtà. La scena che ti trovi davanti è tutt’altro che idilliaca, i pochi abitanti si stanno riversando nelle strade per cercare di scappare mentre i soldati distrutti cominciano a entrare nelle abitazioni per bruciarle. Quanto vorresti entrare in quelle case accoglienti, sederti al tavolo in cucina e mangiare il pane sfornato quella mattina magari con un po di marmellata o un pezzo di burro morbido. Ma gli ordini sono molto chiari e sono comunque ribaditi da alcuni superiori che dalla piazza principale sbraitano di accendere i fuochi.
Sei nella piazzetta principale e stai per riempire la borraccia nella fontana quando noti un gruppo di soldati che entrano in un’abitazione. Cosa fai?
[[Sei incuriosito e li segui all’interno dell’edificio.->7.1]]
[[Decidi di ignorare i tuoi compagni che spesso portano guai e ti unisci a tutti quelli che stanno rispettando gli ordini iniziando ad appiccare i fuochi. ->8]]
[[Di bruciare le case di tutti quei poveretti proprio non te la senti quindi sgattaioli fuori dal paesello senza farti vedere e attendi il plotone all’inizio del sentiero, osservando con il cuore pieno di tristezza il fuoco dirompere tra gli edifici.->8]]<img src="sequenza71.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
L’entrata è nuda e buia, come il resto delle stanze, ma tutto sommato accogliente. Dalla porta sul retro arriva la puzza degli animali, probabilmente ci sono delle vacche o dei maiali a ingrassare e subito ti rendi conto che non vedi una bella fetta di carne dall’inizio della guerra. In cucina c’è un tavolo molto ampio, probabilmente qui vive una famiglia numerosa e subito pensi alle feste con i tuoi parenti per Natale o Pasqua e la malinconia ti stringe il cuore. In un’altra stanza trovi una bambola di pezza che raccogli dal pavimento polveroso e in un attimo le lacrime ti offuscano la vista e ti rigano le guance; decidi di prendere la bambola e di portarla a casa da tua sorella, Lea, che ormai è cresciuta e più che una bambina è una donna, e probabilmente nemmeno accetterà il regalo ma la visione del giocattolo ti fa pensare solo a lei e al suo dolce viso luminoso non ancora segnato dal tempo e dalle preoccupazioni.
[[Senti i caporali urlare fuori dalle abitazioni e decidi di aver visto abbastanza, quindi ti sbrighi a uscire portando con te la bambola mentre con la mente ricordi la tua infanzia a casa. ->8]]<img src="sequenza8.jpg" alt="Famiglia"/ style="width:100%"/>
Attraversato il paesello, stava calando il tramonto. Ti rendi conto di come la strada da fare sia ancora molto lunga. Il tuo plotone è diviso da reazioni contrastanti. Alcuni sono in preda al panico, altri trattengono le lacrime per i motivi più disparati. Certi elementi, invece, celano la propria distruzione mentale dietro ad un’apparente insensibilità e gagliardia. Tu cerchi di rimanere calmo, anche se la nostalgia per la tua terra e il tuo mare inizia a farsi sentire in maniera dirompente. Dopo qualche chilometro di ritirata attraverso la campagna friulana, scorgi una figura, probabilmente femminile, che tiene in braccio un bambino. Man mano che tu e il tuo plotone le venite incontro, ti rendi conto di come la ragazza sia giovanissima, probabilmente nemmeno diciottenne, e il neonato estremamente pallido. Non è neanche avvolto intorno a una coperta per scaldarsi, è totalmente nudo. Sembra una delle costose bambole usate dalle giovani borghesi per svagarsi nel tempo libero. A dirla tutta, assomiglia a quella che aveva Olivia, figlia del capo di tuo padre, da bambina. Ti rendi conto che non è il caso di pensare a lei adesso, devi rimanere lucido e non lasciarti prendere dai rimpianti del passato. La giovane sembra visibilmente disorientata. E’ evidentemente guidata dalla disperazione, che probabilmente la sta portando fra le braccia della morte. Dopo esserti passata davanti, la ragazza si scontra contro un muro compatto di soldati che non intende farla passare. Sono la comitiva degli “attaccabrighe”, trovano sempre un espediente per accendere disordini. Uno di loro, quello che ha avuto l’impatto con la giovane, con una palese recitazione cade a terra. Gli altri circondano e trattengono la donna, che stringe difensivamente il proprio bambino fra le braccia. Rialzatosi, il teatrante punta incollerito il suo fucile verso la testa del bambino, poggiata sul seno della madre. Minaccia di sparare. Il terrore gela il sangue dentro le tue vene. Cosa fai?
[[Imbracci l’arma e spari al tuo compagno. ->p1]]
[[Prendi il commilitone in disparte per cercare di calmarlo->p2]]
[[Ignori la situazione e prosegui la marcia. ->p3]]Il colpo sventra la testa del commilitone. La donna, terrorizzata, scappa. Nel mentre il resto del tuo plotone, infiammato, ti circonda e ti uccide sparando decine di proiettili.
Con astuzia da grande diplomatico, ti metti fra l’arma e la donna, e convinci il tuo compagno a non sparare. "Il caporale ha visto tutto" menti. "La guerra non è finita, i Carabinieri sono dappertutto" aggiungi. Il militare ti guarda male, ma gli hai messo paura. Sputa per terra e si allontana. La giovane e il bambino, liberati, scappano e voi procedete verso il Tagliamento.
[[Scorri->9]]Ti allontani dalla scena, ma riesci a sentire il grido di terrore della ragazza e l’ultimo pianto del bambino. Dopo lo scoppiare di un assordante colpo, cala il silenzio. Ti penti di non essere intervenuto, e, in preda ai sensi di colpa, continui la ritirata.
[[Scorri->9]]<img src="sequenza9.jpg" alt="Soldati sul ponte"/ style="width:100%"/>
Cala il sole, si fa notte. Il caporeparto, spaventato dalla possibilità concreta della demolizione dei ponti sul fiume Tagliamento, ordina di marciare senza sosta. Dopo un’estenuante camminata fra gelide colline e pianure, all’alba tu e il plotone attraversate Codroipo, a qualche decina di chilometri a ovest di Udine, e raggiungete uno dei pochi ponti esistenti per attraversare il fiume. Il Tagliamento in questi giorni è particolarmente impetuoso, le piogge autunnali lo hanno gonfiato d’acqua. Il ponte è affollato di civili, soldati, cavalli e carri. Tutti cercano di sfuggire alle armate crucche. Fra il nitrire dei cavalli e le urla in friulano che si levano per l’ambiente circostante, devi decidere il da farsi.
[[Cerchi di farti spazio nella folla sul ponte per attraversarlo->10]]
[[Prima di tutto cerchi di far attraversare il Tagliamento alle famiglie, e aiuti l’organizzazione in tal senso->11]]
[[Pensi che, in fondo, tu e l’acqua, avendo vissuto una vita sul mare, siete un connubio perfetto. Provi ad attraversare il fiume a nuoto.->k1]]<img src="sequenza10.jpg" alt="Guerra"/ style="width:100%"/>
Cerchi di inserirti nella folla, cercando di attraversarla. Ti devi tappare il naso, l’odore dello sterco dei cavalli unito a quello del sudore della gente è insopportabile. Una volta arrivato circa a un terzo del ponte, già devastato da diversi minuti di spintoni, senti un’altisonante voce, che differisce per accento dal costante brusio friulano. “Attenzione! Attenzione” Tra due minuti faremo esplodere il ponte. Affrettatevi”, recita. Il terrore scuote la massa, e anche tu non sei da meno. Cosa fai?
[[Continui ad avanzare attraverso la folla intimorita.->12]]
[[Tranquillizzi la folla, e agevoli il passaggio dei civili->14]]
[[In preda al terrore, cerchi di saltare dal ponte e di raggiungere a nuoto l’altra sponda del Tagliamento.->t1]]
<img src="sequenza11.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Trovi un punto rialzato sul piano del ponte, e da lì cominci a coordinare il flusso dei civili attraverso il ponte. Vedi passare famiglie, contadini, soldati terrorizzati e animali di ogni genere. Assisti anche allo svenimento o alla morte di diverse persone, mentre un affranto padre di famiglia porta fra le braccia il figlio defunto.[[Scorri->13]]Scendi verso l’argine del Tagliamento. L’impeto dell’acqua è inquietante, ma non demordi e provi a buttarti. La corrente, però, è troppo forte. Vieni travolto. Cerchi di urlare chiedendo aiuto, ma nel mentre lo fai sbatti a tutta velocità su uno scoglio, che ti infilza. Muori dolorosamente dopo qualche minuto.
“Attenzione! Attenzione! Fra un minuto il ponte verrà demolito. Muovetevi!”. La voce imperante agita ulteriormente i civili e i loro animali. Nel mentre, tu provi a tranquillizzarli ulteriormente e a farli scorrere verso l’altra sponda del Tagliamento. D’altro canto, però, è necessario per te attraversare il ponte, altrimenti rischi di morire. Cosa fai?
[[Noti che la massa si sta iniziando a diradare. Ritieni giusto farla attraversare velocemente prima di raggiungerli.
->16]]
[[Smetti di coordinare l’attraversamento dei civili e inizi a sgomitare in mezzo alla folla per attraversarla.->16]]Ti butti. Sopravvivi all’impatto, ma le tue doti da nuotatore non bastano per resistere all’impeto del fiume. Vieni travolto, non riesci a trattenere il respiro e i tuoi polmoni si riempiono di torbida acqua fluviale. Muori annegato.
“Attenzione! Attenzione! Fra un minuto il ponte verrà fatto saltare in aria”. Dopo aver dato la precedenza a tanti civili, inizi a sentirti in pericolo. Pensi che rimarrai per sempre da questo lato del fiume, rischiando di venire imprigionato da tedeschi o austriaci. Il terrore dei lager ti pervade. Che fai?
[[Rinunci ad attraversare il ponte, lo ritieni impossibile. In qualche modo te la caverai->15]]
[[In preda al panico ti getti verso il ponte, cercando di passare dall’altro lato velocemente->16]]
[[Passano davanti a te dei bambini, apparentemente senza famiglia. Pensi che sia il caso di farli attraversare, e partite insieme verso l’altra sponda del Tagliamento.->16]]<img src="sequenza12.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
La distinta voce torna a parlare. “Attenzione! Attenzione! Il ponte salterà in aria fra un minuto. Fate veloce!”. Il panico della folla è moltiplicato. Attraversare il ponte così velocemente è pressoché impossibile. Che fai?
[[Continui imperterrito a crearti dei varchi per attraversare il ponte->16]]
[[Pensi che sia impossibile proseguire, e salti nel fiume->a1]]<img src="sequenza16.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Con tuo grande stupore, capisci di essere arrivato dall’altra parte del fiume. Ciononostante, il ponte sta per esplodere, e c’è ancora una discreta folla sopra di esso. Cosa pensi di fare?
[[Cerchi di aiutare chi deve ancora arrivare a farlo velocemente.->18]]
[[Trovi una sacca piena di cibo. La rubi e ti metti in disparte a festeggiare per quanto accaduto.->17]]L’impatto con l’acqua è letale. Il punto da dove ti sei gettato è troppo alto, e te ne rendi conto troppo tardi. Muori.
<img src="sequenza15.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
“Attenzione! Attenzione! Attenzione! Il ponte sta per saltare in aria”. Dopo una fortissima esplosione, che ha celato le urla di decine di civili che non sono riusciti a raggiungere l’altra sponda del Tagliamento, ti rendi conto di quante persone siano morte per via di un semplice ordine giunto dal Comando Supremo. Successivamente, però, realizzi che sei rimasto sulla sponda sinistra del fiume, e che i tedeschi e gli austriaci sono in zona. Terrorizzato, provi a incamminarti verso sud. Dopo qualche chilometro, intravedi un plotone del Genio militare tedesco, in procinto di costruire un ponte di barche sul fiume per attraversarlo. Preso dal panico, non sai dove andare e scegli una direzione casuale, ma incontri un gruppo di soldati austriaci. Si rendono conto che tu sei un membro del Regio esercito italiano, e per questo decidono di catturarti come prigioniero di guerra. Sbeffeggiandoti in una lingua che non conosci, ti accompagnano al loro accampamento militare, dove resti per diversi giorni. Successivamente un carro militare austriaco ti prende e ti trasporta verso una stazione ferroviaria situata in una cittadina slovena. Da qui vieni condotto in treno al campo di prigionia di Feldbach, nella bassa Austria. Le razioni di cibo riservate ai prigionieri di guerra sono pressoché inesistenti, e dopo due mesi muori dilaniato dalla fame.
<img src="sequenza18.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Senti un boato fortissimo. Il ponte è saltato in aria. Il silenzio è calato nell’ambiente circostante. Tutti si rendono conto di quanta gente sia morta sopra di esso durante l’esplosione. La reazione dei civili è forte, e tutti chiedono spiegazioni agli ufficiali in zona. Come ti comporti?
[[Ti rivolgi a un generale, in preda alla rabbia->c1]]
[[Eviti problemi e resti in disparte->19]]
[[Pensi che, forse, fingendo la follia potresti tornare a casa. Potresti avere una nuova possibilità con Olivia… sei molto tentato.->20]]<img src="sequenza17.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Stai mangiando con foga, come non facevi da molto tempo. Sei estasiato. Ti rendi conto, però, che un carabiniere, addetto alla sicurezza militare e civile durante la ritirata, avvisato dal proprietario della sacca che hai rubato, sta cercando l’autore del furto. Si sta avvicinando a te. Che fai?
[[Vicino a te c’è un soldato, probabilmente tuo commilitone. Di soppiatto, prendi la sacca e la metti dietro ai suoi piedi. Quando il carabiniere, incollerito, arriva da te, indichi il soldato, dandogli la colpa. ->w1]]
[[In preda ai sensi di colpa, dichiari al carabiniere la tua colpevolezza.->w2]]Il tuo commilitone, terrorizzato e conscio della sua innocenza, cerca di difendersi, ma il carabiniere non gli crede e lo cattura. Te la sei sfangata.
[[Scorri->18]] ]]La furiosa guardia, dopo averti malmenato, ti cattura e ti conduce in disparte, dove ti finisce con un colpo di pistola.
"Ma è impazzito! Ha fatto saltare in aria della povera gente!" urli al tuo superiore. Quello ti guarda come se non ti vedesse, pretende obbedienza e vuole che i soldati non accrescano il rancore della popolazione verso l’esercito, che ha chiesto la detonazione strategica del ponte. Tu non arretri dalle tue posizioni, e il generale chiama i carabinieri per sistemarti. Questi ti traggono in disparte e ti massacrano di botte. Muori lentamente e dolorosamente accasciato a terra.
<img src="sequenza19.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Mentre stai riflettendo sul da farsi, facendo lunghi e profondi respiri, vedi avvicinarsi un ufficiale, forse è addirittura un tenente ma l’uniforme è così sgualcita che non riesci a capirlo. L’uomo ha qualche anno in più di te ma probabilmente un lungo passato militare perché il suo passo è sicuro e lo sguardo fiero. Senza esitare si rivolge a te dicendo “Soldato, il tuo paese ha ancora bisogno di te. I nemici sono alle porte e la battaglia è imminente, dobbiamo radunare tutti gli uomini ancora in grado di combattere se vogliamo avere qualche speranza.”
[[Ti rendi conto che ha ragione e che la guerra non è ancora finita, decidi di fare ancora quest’ultimo sforzo perché l’immagine della tua famiglia è sempre più forte nella tua mente e l’amore per il tuo Paese, la tua casa e il tuo mare ti spinge a lottare. Accetti e di buon passo segui l’ufficiale.->24]]
[[Un’altra battaglia, altri feriti, altri morti. Non puoi più sopportarlo, non vuoi sopportarlo, inizi a tremare al solo pensiero e con voce rotta ti tiri indietro: di guerra ne hai avuto abbastanza.->21]]
<img src="sequenza20.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Ti è sempre piaciuto recitare, da piccolo facevi spesso dei piccoli spettacoli per tua madre nei quali recitavi la parte del re o del cavaliere, ma di tempo ne è passato e di cose ne sono successe. Dai comunque il meglio di te fingendo di avere allucinazioni, di non comprendere le persone intorno e producendo versi incomprensibili. Lo stesso pomeriggio vieni ricoverato in una struttura nella quale si prendono cura di te: ti lavano come meglio possono, ti danno un pasto caldo e una cuccetta in cui riposare. Durante le prime ore senti i numerosi militari di passaggio parlare di una prossima battaglia per respingere gli austriaci e subito ti senti sollevato e al sicuro. Dopo un paio di giorni nella struttura hai recuperato totalmente le forze e saresti pronto per riprendere il viaggio verso casa. Cosa fai?
[[Non vuoi rischiare che ti riarruolino quindi continui la tua farsa sperando che nessuno ti scopra.->20.1]]
[[Decidi di scappare dal centro di ricovero e cercare di tornare a casa. ->21]]<img src="sequenza24.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
I preparativi sono ormai tutti giunti al termine e la maggioranza degli uomini inizia ad innervosirsi perché lo scontro è sempre più vicino. Anche tu non hai il cuore leggero e tutti gli orrori che hai vissuto in trincea ti appaiono davanti agli occhi in ogni momento, in particolare durante il sonno svegliandoti il più delle notti non dopo le 4. Una mattina ti stai sciacquando il viso con un po’ d’acqua cercando di mandare via le grandi occhiaie che ti senti pulsare, quando un generale richiama tutti gli uomini vicino a te e comunica la possibilità di un breve congedo per alcuni soldati e improvvisamente sei al settimo cielo. Dopo tutta la mattinata in coda fuori “dall’ufficio” dei più alti gradi di comando, finalmente ti fanno entrare. Ti accomodi e un signore sulla cinquantina inizia a farti delle domande di carattere personale per compilare il modulo ma quando gli dici dove sta la tua famiglia e il viaggio che dovresti affrontare per arrivare si blocca e alza gli stanchi occhi scuri dal foglio fissandoli sui tuoi; per un momento tutto si ferma e l’idea che possa negarti il congedo ti sta per dare il colpo finale, in un istante le lacrime iniziano ad offuscare occhi e pensiero e mentre la prima goccia sta per solcarti la guancia l’uomo si rimette a scrivere. Probabilmente il tuo sguardo è stato sufficientemente chiaro oppure in te ha visto uno dei suoi figli, ma smetti subito di farti domande quando dopo un lungo silenzio il permesso viene firmato.
Ti lanci verso la tua roba e in meno di venti minuti sei pronto per partire e non ti importa delle infinite ore di treno che dovrai fare perché l’unica cosa che hai in testa è casa tua.
Passi il mare e passi la campagna, ti lasci alle spalle gli Appennini e poi anche Roma, mano a mano che vai avanti senti gli accenti avvicinarsi al tuo e poi finalmente sei arrivato.
Cosa fai?
[[Non puoi più aspettare quindi vai direttamente a casa di Olivia, la ragazza di cui sei innamorato perso, pronto a dichiarare il tuo amore->25]]
[[Decidi di andare a casa tua, vuoi stringere tua madre e tua sorella tra le braccia e rendere fiero tuo padre con i tuoi racconti.->26]]<img src="sequenza21.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Con il favore delle tenebre prendi i tuoi oggetti e silenziosamente ti cali dalla finestra riuscendo a fuggire inosservato. Attendi infreddolito alla stazione la prima corsa per casa.
Riesci a prendere il treno e raggiungi i tuoi familiari.
[[Pensavi di essere forte, ma alla vista dei tuoi familiari decidi che non avresti mai piu rischiato di perderli. Decidi di fermarti con la famiglia.->FINE]]
[[Dopo un lasso di tempo non meglio definito decidi che il tuo destino è quello di lottare per la patria.->22]]
[[Capisci che non ha piu senso lottare e decidi di sposare la tua amata->23]]<img src="sequenza201.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Stai dormendo tranquillo quando improvvisamente senti delle mani sul tuo corpo che ti stringono e ti bloccano. Non riesci a capire chi siano e quanti siano perchè una delle mani ti copre gli occhi, ti dimeni cercando di liberarti e cerchi di urlare ma nulla sembra funzionare. Sei in preda al panico, le lacrime cercano di uscire dalle tue palpebre serrate, le tue unghie stringono le coperte della cuccetta, il tuo corpo è alla massima tensione, poi d’un tratto un dolore lancinante nel costato e un rumore elettrico poi più nulla.
Sì, sei un disertore. Passerai il resto della tua vita a coltivare in una piccola casa vicino ai campi dove seppellirai la tua divisa e il tuo fucile. Vivo, ma morto.<img src="sequenza22.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Dopo un lungo viaggio torni pieno d’orgoglio verso i tuoi commilitoni e ti siedi accanto a loro per informarti sulle novità del conflitto. La vita lì però è sempre la stessa di quando te ne eri andato e capisci che quello che l’indomani avresti dovuto fare, era esattamente ciò da cui eri scappato. Ti apparti e ti lasci andare ad un sonno ristoratore.
Senti qualcuno urlare il tuo nome, ma nel dormiveglia pensi di star sognando e non ci fai troppo caso. Improvvisamente ti prendono e ti accusano di vigliaccheria per essere fuggito e, con un sommario processo vieni condannato a morte e fucilato.
<img src="sequenza23.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Sei tornato da qualche giorno e tutto quello che vedi intorno a te sembra ancora più bello che nei ricordi che in trincea ti occupavano costantemente la testa. Anche se è inverno le temperature sono così piacevoli rispetto a quelle cui eri abituato che passi tutte le tue giornate in spiaggia a goderti l’aria salmastra, che piano piano sembra lenire ferite interne ed esterne, e ad assorbire ogni raggio di quel timido sole che sembra finalmente scaldarti il cuore. Una domenica mentre stai risalendo il vicolo che porta alla tua casa con i rintocchi familiari nelle orecchie e l’odore di pesce con il limone nel naso scontri una giovane donna che porta candide lenzuola in un cesto, nell’impatto lei cade e mentre ti affretti ad aiutarla porgendole la mano i vostri sguardi si incrociano e per un attimo tutto si ferma. Le campane si sono come fermate e il profumo nell’aria non lo noti neanche più, il brusio del mercato nella piazza in fondo alla via si fa incredibilmente sommesso e il tiepido vento per un attimo ti fa rabbrividire. Quella è Olivia, la tua Olivia, la figlia del capo di tuo padre, la bambina con cui sei cresciuto, la prima e unica donna che si sia impossessata del tuo cuore, le detentrice della tua felicità, colei che per lunghi anni ti ha fatto soffrire semplicemente non essendo al tuo fianco. Mentre ancora stai boccheggiando in cerca d’aria lei alza lo sguardo e ti rivolge un caldo sorriso, il viso abbronzato è incorniciato da lunghi ricci scuri appena mossi dal vento, gli occhi verdi più lucenti che mai sembrano illuminarsi ancora di più e le guance piene di lentiggini si velano di rosso. Dopo un intenso ed apparentemente infinito attimo di intensi sguardi riesci a riprendere l’uso della parola e, dopo esserti più volte scusato, cominciate a parlare e ridere come se fosse appena ieri il giorno in cui sei partito per il fronte. D’impulso la inviti a pranzo a casa tua dove la tua famiglia la accoglie festosa e passate insieme il resto della giornata insieme rivivendo i gioiosi anni passati insieme. La sera quando ti corichi nel letto per la prima volta non senti rimbombare i fucili e le urla dei soldati ma senti solo la sua dolce e familiare risata e per la prima volta nella tua vita tutto il dafarsi sembra ovvio: tu vuoi sposare Olivia e vivere il resto della vita con lei e così farai qualsiasi cosa accada.Dopo esserti sgolato, incontri un vecchio pastore friulano. Non capisci nulla di quello che ti sta dicendo, ma ti indica una strada che non avevi visto. La imbocchi, e corri. In lontananza vedi i tuoi compagni.
[[Avanti->5.1]]Il sentiero è sempre più tremendo. Avanzi, e ti imbatti in un branco di lupi. Tenti di fuggire, ma ti inseguono, ti circondano e ti sbranano vivo. Muori.
[[Ritenta->5]]<img src="sequenza26.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Finalmente sei tornato nella tua Sicilia. Il viaggio è stato eterno, ma ne è valsa la pena. Rivedere il porto, la tua casa, la tua famiglia ti riempie di gioia. Racconti al babbo le grandi azioni che tu e i compagni di reparto avete compiuto al fronte. Si sente orgoglioso del suo erede. Tua madre sbianca all’udire ciò che hai attraversato per fuggire dai crucchi. I tuoi quattro fratelli e le tue tre sorelle ti abbracciano, e da loro puoi ascoltare qualche storia del paese. Qui nulla è cambiato, esclusi i molti lutti. Tanti mariti e figli delle donne siciliane non sono più tornati dal fronte. Ti senti fortunato, ma sai che non è finita. L’esercito si è riorganizzato sul fiume Piave, e tu dovrai servire nuovamente la Patria. Anche con il tuo sangue e la vita.
E non sei più l’unico in famiglia. Tuo fratello Tonio, appena diciottenne, è stato chiamato ad arruolarsi, Speri che possa sopravvivere alle dure condizioni del fronte. E’ sempre stato il più debole in famiglia. E’ un bravo ragazzo, lui. L’unico fra i suoi amici ad aver imparato a scrivere. Gli ha insegnato Olivia. Tempo fa, prima della guerra, avevi trovato un quadernetto nascosto sotto il suo materasso, e da quel poco che potevi capirci il contenuto sembrava poetico. Di certo non lo vedi vestito da soldato, al fronte, pronto a crepare per obbedire al dettame di freddi generali e politici.
Una settimana è passata, il tuo permesso di congedo è finito. Entro 48 ore devi essere al fronte, stessa cosa per tuo fratello. Dovrai dirigerti verso uno strano paese chiamato “Quero”. Tuo fratello invece combatterà di fronte a “Noventa di Piave”. Il nome di questi posti suona malissimo al tuo orecchio siciliano. Ma devi partire. Ti senti che sarà l’ultimo sforzo, sperando di poter tornare intero a casa.
Tu e Tonio arrivate alla stazione, pronti a prendere il treno verso Messina, base degli scomodi traghetti verso il continente. In lontananza, per terra, vedi qualcosa luccicare. Ti allontani da tuo fratello per avvicinarti all’oggetto. E’ una spilla dorata! Non riesci a capire se sia d’oro oppure soltanto colorata. Però potrebbe essere di valore… che fai?
[[La raccogli, non si sa mai.->27]]
[[La ignori e la lasci a terra.->28]]<img src="sequenza25.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
Hai appena bussato, ti apre la porta un giovane alto e robusto che ha tutta l’aria di sentirsi a casa sua. Dopo un secondo di incertezza chiedi di Olivia e lui leggermente infastidito ti chiede: “E tu come conosci mia moglie?”. Questo è troppo basta non ne puoi più, non ti preoccupi nemmeno di rispondergli ma ti trascini verso il mare, svuotato di ogni emozione. Arrivato alla scogliera ti siedi e ragioni sulla tua esistenza: una guerra ti aspetta e l’unica cosa che ti faceva andare avanti l’hai appena persa, conclusione nulla ha più senso. Aspetti la sera perchè le stelle belle come da quella scogliera non si vedono da nessuna parte e, sorta la luna, decidi di mettere fine a questa tua vita così dolorosa e senza significato gettandoti nel mare, il tuo mare.
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Ahi! Ti sei punto con la spilla. Perdi un po’ di sangue dal dito. Pazienza, che sarà mai. La raccogli e la metti in tasca.
Sta arrivando il treno, tu e Tonio salite.
Attraversate la Sicilia, lo Stretto in traghetto, e risalite la penisola. Per te è l’ennesima volta, ormai. Ma, guardando dal finestrino, ti stupisci sempre di quanto sia strana la tua Patria. Così diversa, divisa. Ma incredibilmente riesce a rimanere unita, anche in questi difficili momenti bellici. Sarà il volere di Dio, pensi. Tuo fratello, chilometro dopo chilometro, diventa sempre più scuro in volto. Scrive compulsivamente qualcosa su un taccuino, regalato da mamma. Chissà quanto avrà speso, pensi. I soldi sono pochi, ma vostra madre vi vuole sempre bene. Giunti alla stazione di Padova, in lacrime, devi abbandonare Tonio. Lo saluti e lo abbracci forte. Sta tremando, ha paura. Provi a incoraggiarlo, ma risponde scoppiando a piangere. Tu però sai di dover andare, e lo lasci, sconsolato, al suo destino. Un convoglio ti accompagna a Quero. Il paese è fra le Alpi e la pianura. La battaglia inizia domani, e ti concedi una notte di riposo in accampamento.
Ti svegli. Non sei mai stato così male in vita tua. I muscoli si contraggono spasmodicamente, non ne hai il controllo. Provi ad alzarti, ma cadi come un mattone per terra. Non riesci a muoverti, i tuoi arti sono inutilizzabili. Ti gira la testa, hai sicuramente la febbre. Le infermiere vengono a soccorrerti. Loro, che ne hanno viste tante, sentenziano: “tetano!”. Così, quindi, si manifesta quella terribile malattia. L’aveva presa Erminio, il ferramenta sotto casa tua, quando eri bambino. La mamma, parlando con papà, diceva che si era punto con un chiodo arrugginito.
“La spilla”, pensi. Hai contratto il tetano pungendoti con quella dannata spilla. Che vita ingrata. Non sei morto durante la ritirata e i combattimenti, e ora per una maledettissima spilla rischi di lasciarci le penne. Le infermiere ti iniettano qualcosa con una grossa siringa. Provi a chiederle cosa stanno facendo, ma i muscoli delle labbra non sono sotto il tuo controllo. Ti addormenti dopo qualche minuto.
Non ti risveglierai più.
Sei morto.<img src="sequenza28.jpg" alt="Isonzo"/ style="width:100%"/>
“Cosa dovrei farmene di una spilla?”. La ignori, e torni da tuo fratello. Poverino, si sta mangiando le unghie. Sta morendo di paura. E’ costretto a rischiare di morire per qualcosa sulla quale non ha il minimo controllo. E pensi che, se non morirà, finirà in qualche manicomio. Salite sul treno. Giunti a Messina, attraversate lo Stretto in traghetto. Raggiungete il continente, e vi sedete sul treno militare che vi porta fino a Padova. Nella città veneta vedi tuo fratello, in lacrime, dirigersi verso il suo convoglio, mentre tu arrivi, dopo un lungo viaggio nel fango, a Quero. Il paese non c’è più. E’ stato praticamente raso al suolo. Gli abitanti evacuati. L’atmosfera ti riempie di tristezza e angoscia, il tempo è scuro e piovoso. Appena arrivato all’accampamento, ti concedi una notte di riposo prima dell’offensiva. Domani sarà il 24 ottobre 1918.
Ti svegli, imbracci il tuo fucile, agganci la baionetta, e ti dirigi al fronte. Ritrovi qualche vecchio compagno che hai incontrato sull’Isonzo. Insieme. attraversate dei ponti costruiti dal Genio militare su un Piave gonfio d’acqua. Al di là del fiume, iniziate a farvi strada a suon di colpi di fucile e mitragliatrice. L’artiglieria amica vi sta spianando la strada. Voi dovete avanzare nella fascia di territorio fra la pianura e le Alpi, per raggiungere Vittorio Veneto. Arrivano quasi ogni ora decine di austriaci per arrendersi, mentre cechi, croati, serbi, romeni e slovacchi iniziano ad ammutinarsi. La battaglia sembra facile. Sei giorni dopo, il 30 ottobre, raggiungete la meta fissata dal Comando Supremo. E giunge immediatamente l’ordine di avanzare ancora. L’imperial-regio esercito, contro il quale hai tenacemente combattuto sul Carso, non esiste più. Avete catturato centinaia di prigionieri, non si sa più dove mandarli. Tu e il battaglione avanzate giorno dopo giorno, e il 4 novembre 1918 viene firmato l’armistizio fra Impero Austro Ungarico e Regno d’Italia. Giunge l’ordine di spingersi più lontano possibile, verso Trieste. Circondati dalla popolazione giubilante, proseguite la marcia trionfale. Sei estasiato. Finalmente, forse, la guerra è finita. Sulla strada per la città della Bora, incontri tuo fratello Tonio con il suo battaglione. E’ dimagrito molto in queste poche settimane, ma il vederti lo ha riacceso di gioia. Insieme raggiungete Trieste. Venite accolti calorosamente dalla gente. Le bandiere tricolori non si contano. Passate una bellissima settimana in questa città. Ti concedi di nuovo alla vita. Vino, cibo, belle ragazze, incontri con vecchi commilitoni, tanta baldoria. Tuo fratello, invece, passa le giornate nei parchi pubblici, con taccuino e penna a scrivere. E’ tornato a vivere nel suo mondo, seppur a distanza di centinaia di chilometri da casa.
Finalmente vi è concesso di rincasare. Tornerete definitivamente a Marsala. Con le lacrime di gioia agli occhi, tu e Tonio vi accaparrate immediatamente un posto sul treno del ritorno. Attraversi di nuovo la penisola, verso la tua terra. Ma questa volta, sarà finalmente l’ultima.
''FINE''.
#''Caporetto''
''Un'avventura interattiva ideata, programmata e scritta dalla VAS del Majorana Giorgi, 2021/2022''
''Ricerca fonti:'' Anna Iadanza, Letizia Inzerillo, Raffaella Venturino, Valeria Conte, Matteo Ricciardulli.
''Gaming:'' Matteo Moresco, Matteo Devoti, Andrea Corzetto, Simone Calì, Francesco Ferrera
''Scrittura:'' Giacomo Libertini, Anna Spotorno, Danilo Poppi, Cristian Castellini, Annaclara Delucchi
''Coding:'' Luca Chiapparino, Alberto Cutrono, Samuele Dellepiane, Davide Ranalli
''Grafica:'' Giden Beatin, Daniele Pruni, Giulia Rizzo, Claudia Mennella, Matteo Silvano
''Docente'': Fabrizio Venerandi
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